Nel 2016 l’e-commerce in Ungheria vale 427 miliardi di fiorini ungheresi, ossia 1,38 miliardi di euro. Il settore delle vendite online in questo paese dell’Europa dell’Est ora rappresenta oltre il 5% del totale delle vendite al dettaglio (in linea con i dati italiani).
In Ungheria, sempre più persone acquistano online, mentre il valore medio del carrello aumenta.
Si tratta dei risultati di una nuova ricerca condotta da eNET Internet Research, che ha basato i propri dati sulle risposte dei negozi online locali e ha presentato i risultati durante la Conferenza di Ecommerce Hungary all’inizio di giugno.
Se confrontiamo i dati con il 2015, l’industria dell’e-commerce in Ungheria è aumentata del 34%: l’anno precedente infatti valeva 319 miliardi di fiorini ungheresi, che corrisponde a 1,03 miliardi di euro.
Tuttavia non solo la dimensione del mercato è aumentata, anche il valore medio del carrello è cresciuto. Lo scorso anno, gli acquirenti online hanno speso circa 42 euro per un acquisto medio online, che è di 5,5 euro più di quello che hanno fatto nel 2015.
Parliamo di 4,6 milioni di acquirenti online in Ungheria, 600.000 in più rispetto al 2015. Ciò significa che l’84 per cento degli utenti adulti di Internet nel paese dell’est ora acquistano beni online almeno una volta l’anno.
Attualmente ci sono 2,2 milioni di shopper online che ordinano merci da negozi online stranieri, che sono 700.000 in più rispetto a quelli del 2015.
Questo perchè ancora l’offerta non è molto ampia e concentrata spesso in pochi shop.
In particolare, questi acquirenti online in Ungheria preferiscono ordinare prodotti provenienti da categorie come l’elettronica di consumo, abbigliamento, giocattoli e regali.
Per quanto riguarda i metodi di pagamento più popolari in Ungheria, oltre ai contanti al momento della consegna (il nostro contrassegno) che rimane il più usato (circa il 40%), ci sono il bonifico bancario o il pagamento in negozio, minore la diffusione di carte di credito o digital wallet.
Ma il pagamento con le carte sta guadagnando popolarità e sicuramente seguirà i trend europei.
Nota di Francesco Chiappini:
Da considerare inoltre che come in quasi tutti i paesi dell’Est Europa, Amazon non sia presente e quindi c’è ancora più spazio di quello che si pensi.
Facendo business plan con la mia squadra abbiamo studiato molto i mercati esteri e ci sono paesi emergenti in Europa che crescono dal 40 al 60% l’anno.
Ungheria, Rep. Ceca, Slovenia e Croazia sono per esempio mercati non sfruttati da molti ecommerce italiani, ma volendo internazionalizzare conviene davvero andare in mercati saturi o cavalcare l’onda della crescita dei paesi meno presenziati?